Prima o poi sarà capitato a
tutti i fans di desiderare di trovarsi nei luoghi magicamente dipinti
da KOR. Ma pochi in effetti sanno che molti dei luoghi in cui si ambienta Orange
Road (soprattutto il
secondo film, Shin KOR) esistono davvero nel
paese del Sol Levante. Questa sezione è alla continua
ricerca di documentazioni fotografiche dei luoghi, attraverso un
viaggio virtuale (o reale!) dei fans.
L'Abcb
Il nome che Matsumoto ha scelto per il locale in cui lavora Madoka è un omaggio all'omonimo album del 1981 del gruppo musicale britannico Genesis, di cui il maestro era grande estimatore. All'epoca della realizzazione
di Orange Road, il mangaka lavorava a Setagaya, quartiere di Tokyo, che prese a
ispirazione per le location in cui ambientare le vicende del triangolo. In
questo quartiere fino al 2018 era ancora visibile l'edificio che ispirò il coffee shop Abcb,
anche se notevolmente cambiato nella sua destinazione d'uso. Negli anni '80 si
chiamava "Genso Katsudo Shashin Kan" ed era un bar/studio fotografico; nel 1995
divenne un pub e nel 2007 un negozio di vestiti usati, prima di tornare a essere
un ristorante.
Il viaggio di Mike
Mike è un fan spagnolo di Orange Road che molti
anni fa ha
compiuto un viaggio a Tokyo alla ricerca dei luoghi cari ai fans. La
prima foto (foto 1) ritrae una tranquilla strada di
Tokyo di cui non è
molto difficile immaginare il nome (anche perché basterebbe
leggerlo sulla colonna su cui è appoggiato il nostro amico).
Combinazione o realtà? Da altri viaggi in Giappone sembrerebbe
che dare alle strade i nomi dei colori sia in realtà una pratica
molto diffusa, e che quindi
non ci debba essere necessariamente un collegamento fra
l'Orange Road di questa foto e quella del nostro manganime (che, ricordiamo, è la strada in cui si trova
l'Abcb, ma in realtà è probabilmente un nome simbolico
relativo al percorso di vita di Madoka e Kyosuke).
Probabilmente non sapremo mai la verità in merito a questa
questione. In ogni caso, è quanto meno significativo il fatto
che Mike sia riuscito a trovare a Tokyo (una delle metropoli più
grandi del mondo) una strada che porta proprio questo nome.
Lo
sfondo della seconda foto è la baia di
Yokohama,
apparsa in Shin
KOR, quella in cui si ambienta l'inizio
del secondo film (foto 2), con Madoka e Kyosuke che si
trovano appunto nei suoi pressi. Yokohama è situata su una
penisola affacciata sul lato occidentale della baia di
Tokyo, capoluogo
della prefettura di Kanagawa, situata nel Kantō,
nell'isola di Honshu. Nato come villaggio di pescatori,
il centro acquistò una importanza come centro portuale a
partire dal 1859. Nel 1923 subì la devastazione di un
potente terremoto e durante la seconda guerra mondiale
le devastazioni dei bombardamenti americani. Fra le zone da vedere a Yokohama
ci sono il quartiere dei grattacieli Minato Mirai 21,
con la Torre Panoramica (296 m!) e il quartiere cinese, la zona di Yamate (il
cimitero degli stranieri e la vista sul porto), e il
giardino Sankeien. Nel 2002 la finale della Coppa del
Mondo di calcio (evento che fu ospitata
contemporaneamente in Giappone e in Corea) fra Brasile e Germania è stata disputata
proprio allo stadio di calcio di Yokohama.
Il soprapassaggio
su cui è fotografata questa ragazza è identico a quello del secondo film Shin KOR dove il Kyosuke 19enne
incontra la Hikaru 20enne (foto 3). Il punto fotografato corrisponde
proprio a quello in cui i due ragazzi si fermano a parlare e
Kyosuke nota i grandissimi cambiamenti avvenuti nella
ragazza. Il riferimento a luoghi reali è una
costante in Orange Road, e questo riguarda non solo intere
città (come nel precedente caso della baia di Yokohama e,
ovviamente, della città di Tokyo), ma anche piccoli
particolari, come nomi di edifici o di istituti universitari
(ricordiamo - particolare non trascurabile - che Orange Road
nacque come commedia scolastica). D'altra parte è plausibile
che Izumi Matsumoto e gli altri autori si siano ispirati a
luoghi reali, magari quelli della loro giovinezza o i loro
luoghi di residenza, o luoghi importanti nel Giappone (e in
questo caso si potrebbe parlare dell'intento di promozionare
turisticamente il paese nipponico).
In questa foto (foto 4) si
vede, ad esempio, che la
torre dell'orologio è esattamente quella del campus della
Università di Waseda.
Questo è l'istituto universitario al quale si
iscrivono Kyosuke e Madoka nel primo film, "Ano Hi Ni Kaeritai"
(i due ragazzi arrivano nel campus in scooter per andare a
visionare i risultati dell'esame di ammissione a cui si
erano sottoposti qualche tempo prima, ed è proprio con
questa scena che inizia e termina il primo film):
un altro riferimento a luoghi reali presente in Orange Road.
Non è comunque un riferimento di poco conto; la Waseda University è
infatti una delle più importanti di Tokyo,
fondata nel 1882 da Shigenobu Okuma. La vecchia biblioteca è
uno dei simboli di questa università, e nel 1999 fu designata
come uno degli edifici storici di Tokyo; fu completata nel 1925
(ampliata nel 1934 e nel 1955), ed ha un'area di circa 4000
metri quadrati. Nella serie TV di Orange Road (proprio come
avviene in altre serie animate giapponesi per indicare il
trascorrere del tempo o il cambiamento di una scena) si nota
spesso ritratto anche l'orologio della
scuola superiore frequentata
dai protagonisti, la Kôryô, che di fatto non esiste a Tokyo,
ma forse in qualche altra parte del paese, ed è
probabilmente la scuola frequentata da Izumi Matsumoto.
Questo sancisce il forte legame fra KOR e il mondo della
realtà: nessun ambiente è più adatto a rappresentare le
vicende adolescenziali di quello scolastico.
Le due foto successive
sono altrettanto significative: a Yokohama,
la fontana di Yamashita Park
(foto 5) con relativo gemello fotogramma di Shin KOR (immagine 6)!
Questo parco è situato nel vecchio centro di
Yokohama e offre la veduta di tutta la baia.
Visitato dai turisti e dagli abitanti del posto,
contiene molti monumenti di una certa rilevanza,
alcuni offerti dalla città americana di San
Diego. Uno dei più noti è quello denominato "La
ragazza con i pattini rossi". Ci sono specie di
piante che fioriscono durante tutte e quattro le
stagioni e posti di osservazione per una
meravigliosa veduta notturna della baia.
Quello che si può dunque concludere è che gli autori di Orange Road hanno
sempre cercato di rendere molto realistica la serie, da un lato portando il
pubblico in un mondo di ricordi quasi onirico ma cercando dall'altro di
contestualizzare in un ambiente reale le vicende del triangolo, con l'obiettivo,
più o meno velato,
di promozionare il Giappone, la sua cultura e le sue attrazioni.
Il viaggio di Garion
Tokyo,
2002
"Durante la mia permanenza in Giappone ero ospite di una famiglia nel quartiere di Shibuya a
Tokyo (foto 7). Riconoscete il palazzo marchiato con il numero 109? Appare nell'ultimo numero del
manga di Orange Road (e in tantissimi altri fumetti e anime). Tokyo non ha un unico centro, come siamo abituati in Italia, e Shibuya
è uno di questi. I vari centri di Tokyo sono collegati fra di loro dalla linea ferroviaria
Yamanote, tramite un percorso ad anello. Così dalla stazione di Shibuya
è possibile raggiungere con comodità
Shinjuku, Ikebukuro, Ueno, Akihabara e Tokyo (che è la
stazione principale, davanti alla quale si trova il palazzo
dell'Imperatore).
Tornando a
Shibuya, il 109 (che si dovrebbe leggere tokyu, ma che i Giapponesi chiamano ichi-maru-kyu, cioé uno-zero-nove) si trova praticamente davanti alla sua stazione, una volta usciti dalla porta
"Hachiko" (dove si trova per l'appunto la statua del cane
Hachiko). È importante segnalare la porta, perché la stazione di Shibuya ne ha diverse. Oltre alla linea Yamanote e alla Saikyo che sono semplicemente di transito, funge da capolinea per altre due linee ferroviarie e altrettante due di metropolitana. Il 109
è in realtà un grande magazzino di abbigliamento femminile, e Shibuya
è un po' il quartiere dei giovani.
Una delle cose che bisogna assolutamente visitare a Tokyo è il tempio di
Asakusa. Proprio davanti al tempio si trova una strada piena di bancarelle. Accanto a questa ne scorre un'altra, anch'essa piena di negozi... che si chiama
Orange Street! (foto 8). Il nome è scritto su tutte le insegne dei
negozi. Già ero sorpreso per questo ritrovamento, ma poi un giorno mi sono ritrovato alla stazione di Tokyo, e ne ho visitato il mercato sotterraneo (davvero immenso). Qui i vari viali prendevano i nomi dai colori... e
così oltre a Yellow Road e Green Road... c'era anche Orange
Road!
Passiamo ora alla domanda che vi farete tutti: che cosa si può trovare di Orange Road in
Giappone? Di nuovo, solo i
CD del secondo film. Di usato... bisogna avere tanta fortuna. Per l'usato esistono la catena dei Mandarake (ce ne sono 4 a Tokyo:
Shibuya, Nakano, Shinjuku e Akihabara), e di K-Books (Akihabara e
Ikebukuro). In più ad Akihabara ci sono tantissimi negozi che vendono materiale audio-video usato. Da Mandarake Shibuya ho avvistato gli
shitajiki (grandi stampe plastificate di circa 26x18 cm; ne
esistono tantissime del mondo di KOR. Ndr), ma il loro prezzo era improponibile (2000 yen,
cioé quasi 20 euro, al pezzo). Girando, ho notato che i rodovetri originali potevano avere anche prezzi molto bassi (ho visto un rodovetro di Jeeg a 800 yen), ma di Orange Road non sono mai riuscito a trovarne... finché un bel giorno non
è apparso a Mandarake
Shinjuku... solo che costava 25000 yen! Nello stesso Mandarake si trovavano anche i modellini in resina di Madoka... dal prezzo ancora
più alto: 40000 yen!
In questo periodo di larga diffusione dei DVD, era possibile trovare
laser disc usati a prezzi stracciati (ho visto i DVD di Evangelion a 400 yen l'uno), e
così mi ero messo in testa di prendermi il LD del primo film di
KOR, se l'avessi trovato. In effetti, ad Akihabara usato si trovava... ma a 7800 yen! Non so se fosse dipeso dal fatto che in Giappone i DVD di Orange Road non esistono ancora, ma tutto il materiale relativo a questa serie
è decisamente caro.
Un buon affare però sono riuscito a concluderlo. Sempre in uno dei negozi imbucatissimi di
Akihabara, ho trovato nell'angolo dei box di laser disc il mitico
Eternal Collection Sound Color Box! Il prezzo di copertina era 13000 yen, ma il negozio lo vendeva usato a 8800. Il sacrificio
è stato estremo, ma non potevo non prenderlo. Non tanto per i 9 mini cd, quanto per il libro della
Takada (l'art book
Akemi
Takada Illustrations), che contiene circa una sessantina di
illustrazioni, 30 delle quali sono presenti anche nel
"Madoka".
L'ultima e più grande avventura è avvenuta il sabato prima che partissi per tornare in Italia. Mi trovavo a Ikebukuro dove oltre a K-Books vi si trova anche una fumetteria della catena Animate... che qui
è talmente grande da occupare un palazzo di 8 piani! Ebbene, ad un certo punto vedo un volantino che pubblicizza una mostra di disegni originali di
Akemi Takada (foto
9). Preso al volo, leggo che stava avvenendo proprio in quei giorni. Tutto contento, decido di andarci la domenica... quando mi casca l'occhio sulla scritta che diceva che proprio quel sabato alle 3 del pomeriggio sarebbe stata presente Akemi Takada in persona a firmare autografi... ma solo ai primi 100 arrivati.
In quel momento erano le 11 di mattina, e la mostra era stata allestita a Ginza... cioé rispetto al punto in cui mi trovavo io, direttamente al lato opposto della linea
Yamanote. Preso al volo il treno, in mezz'ora ci sono arrivato. Mi sono precipitato al grande magazzino dove si teneva la mostra in tempo per essere 80esimo. Il resto, lo potete vedere da soli (foto
10). Gli originali della Takada erano davvero belli, e venivano messe all'asta delle riproduzioni limitate delle stesse dimensioni degli originali. Ho visto un disegno di Patlabor che aveva raggiunto cifra 270000 yen!! Dato che ovviamente non avevo con me suoi libri di illustrazione (e ricomprarmene uno per l'occasione mi pareva un po' eccessivo), mi sono fatto fare l'autografo direttamente sul poster della mostra (che reca la stessa immagine del volantino, con in
più il disegno della copertina del Madoka)."
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